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Amburgo, affascinante meta portuale

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Ricca del classico fascino delle città portuali, Amburgo, ribattezzata come altre città europee la “Venezia del nord”, è piena di zone commerciali, magazzini e vecchi moli riqualificati. Se siete in cerca di queste atmosfere suggestive, la città tedesca è fortemente consigliata. Da visitare con cura sono i due simboli cittadini, il Municipio e la Chiesa di San Michele, mentre è facile svagarsi di shopping sulla “Salita delle zitelle”, la cosiddetta “Jungfernstieg“. Ad Amburgo, il Municipio (Rathaus) fu costruito intorno al 1500, ma interamente distrutto da un incendio nel 1842. Per la ricostruzione, iniziata solo nel 1886, gli abitanti abbandonarono lo stile classico a favore di un più vistoso mix di gotico, barocco e neo-rinascimentale, che ha dato vita alla struttura. Anche nelle dimensioni, gli amburghesi vollero ribadire che avevano grandi quantità di denaro da spendere e la potenza commerciale per mantenere il proprio ruolo di città-stato. La facciata principale del Municipio è larga 111 metri con una torre centrale alta 112 metri, con incisi 20 imperatori tedeschi raffigurati.

Il Municipio è oggi sede del Consiglio comunale e del Senato di Amburgo, istituzioni che governano la “Città Libera e Anseatica di Amburgo”. Imperdibile da visitare è la Cattedrale protestante di San Michele, “Der Michel”, come la chiamano gli abitanti. San Michaelis è una delle chiese barocche più belle della Germania e il suo campanile è da sempre un punto di riferimento di Amburgo, alto ben 82 metri e con il suo orologio di 8 metri di diametro, che indica l’ora agli amburghesi. Infine, da non perdere, il Kunsthalle, dove sono conservati molti capolavori dell’arte europea dal Medioevo ad oggi. La Kunsthalle è famosa soprattutto per gli altari tedeschi del 1300, otre alle collezioni di eccellenza che appartengono all’impressionismo francese e all’espressionismo tedesco, con opere anche di singoli autori di paesi e periodi differenti, come Rembrandt, Max Liebermann, Max Slevogt, Edouard Manet, Edward MunchPaul Klee, Otto Dix e Max Beckmann.

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