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Dongguan, capitale dell’hard

300mila prostitute, 25mila locali a luci rosse, distribuite in altrettante saune, spa, bar, discoteche. E’ Dongguan, città cinese con un primato a  dir poco hard Dongguan infatti sarebbe niente meno che la città del sesso più grande del mondo. Situata nella regione meridionale del Guangdong, confina con le città di Guangzhou, Shenzhen e Huizhou.

Un vero e proprio paradiso dell’hard tra locali, spettacoli, bar che hanno dato vita nel tempo a un turismo dell’hard che ha reso la città ricchissima.

Qui l’arte amatoria rappresenta un’autentica professione da apprendere, con corsi di formazione, insegnamenti di recitazione, ballo e travestimento nello stile delle geisha con qualsiasi comfort richiesto dall’idromassaggio al materasso ad acqua, con un giro d’affari settimanale che raggiunge i settanta milioni di euro per una cittadina che contava nel 2006 circa 10 milioni di persone, con una densità di 2747 persone per kmq.

“Chiudere” osserva Liu Zhigeng, segretario comunale del Partito comunista “significherebbe bruciare quasi un terzo del nostro Pil e produrre circa un milione di disoccupati”. E allora si fa finta di non vedere, preferendo tutelare in altro modo questo mercato: un gruppo di trecento ispettori, mensilmente, conduce verifiche su locali e ragazze, per verificarne condizioni di igiene e di salute.

Un mercato del sesso da far impallidire perfino Amsterdam con le sue vetrine e il quartiere a luci rosse che ogni anno richiama migliaia di turisti che attratti dalle arti amatorie e dal divertimento di Dongguan.

Di Valentina Vanzini

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